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04
Nov
10

Una vita tranquilla. Le conseguenze dell’amore inseguono ancora Servillo

Voto: 7 (su 10)

Le conseguenze dell’amore continuano ad avere ancora effetto. Sì, perché è la seconda volta, in questa stagione cinematografica, che il grande Toni Servillo si ritrova a fare i conti con quel film. Dopo Gorbiaciof, uscito da poco nelle sale, l’attore di Afragola recita ancora una volta in un ruolo che ha dei punti di contatto con il protagonista del film di Sorrentino. Il suo Rosario è un italiano che vive all’estero, in Germania, dove gestisce un ristorante, ed è sposato con una bella donna tedesca. Ma il suo passato ritorna, con le sembianze di due ragazzi campani, Diego ed Edoardo. Sono in Germania per una missione legata alla Camorra, e allo smaltimento dei rifiuti in Campania. Capiamo così che anche Rosario viene da quel mondo, e qui in Germania sta vivendo una nuova vita. Una vita tranquilla, come dice lui, e come recita il titolo del film.

Un film che, come spesso accade quando si tratta di lui, “è” Toni Servillo. La sua classe e il suo corpo attoriale riescono a regalarci un personaggio lontano da quello del film di Sorrentino. Leggermente ingrassato, con una barba bianca a incorniciare il suo volto-maschera, Servillo ci porta dentro il film e dentro il suo personaggio con degli sguardi eccezionali, che riescono a dire più delle parole. La forza di Servillo, che arriva dal teatro di Eduardo, è comunicare tanto con il non detto che con il detto. Guardate il suo sguardo prolungato verso l’esterno, quando vede per la prima volta i due italiani. O quel sorriso beffardo, mefistofelico, carico di tensione, quando chiede a uno dei due di accompagnarlo a scegliere il vino. Ma anche nella parola Servillo è imbattibile. In questo film recita anche in tedesco, e l’intonazione delle prime scene è figlia del suo lavoro “nordico” sulla Trilogia della villeggiatura di Goldoni portata a teatro.

Una vita tranquilla è il cinema italiano che ci piace di più oggi. Che poi è un cinema che di italiano, inteso come stile, non ha poi molto. È un prodotto di caratura internazionale, coprodotto con la Germania, e parlato in due lingue. È un cinema teso, secco, senza fronzoli né troppi vezzi autoriali (a parte qualche lungaggine nei finali e sottofinali), asciutto e ben fotografato. Con un senso di pericolo incombente che tiene attaccati allo schermo. Claudio Cupellini, che, dopo la commedia Lezioni di cioccolato, porta sul grande schermo una sua sceneggiatura premiata al Solinas nel 2001 (ogni riferimento a Le conseguenze dell’amore è quindi puramente casuale), si rivela un regista versatile e preparato, e si dimostra a suo agio anche con il noir. L’operazione Una vita tranquilla, un cinema di genere con grandi attori e destinato a un pubblico ampio, è simile a quelle, di successo, de La ragazza del lago e La doppia ora. Ci auguriamo che anche Una vita tranquilla abbia il successo di quelle opere. E che Cupellini abbia una vita fortunata.

Da vedere perché: Toni Servillo. Basta la parola.

 












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